mercoledì 31 ottobre 2012

Fuel your body

È finita oggi la sfida di cui vi parlavo nel post precedente, quella di un plank al giorno. Palese quanto io abbia bisogno delle sfide per combinare qualcosa: d'altra parte se ho iniziato il mio percorso di dimagrimento è stato grazie ad una di queste. E mi è andata bene.
Ti rendi conto in questi casi quanto possa risultare inutile barare: fai un minuto di plank? Bene. Ne fai due? Meglio. Ma più di tutto è importante migliorare o, nel caso di un giorno no, rendersi conto che magari il proprio corpo ha bisogno di una pausa.

Così come per questa sfida, tutto il resto. In particolare, in questo momento, ho capito quanto possa risultare inutile ingannare il proprio corpo mangiando male. Sia ben chiaro che per male non intendo il fritto il sabato sera o il ragù la domenica; si può mangiare male anche mangiando ben poco. 
Sarò ripetitiva ed un tantino estremista, ma l'altro giorno raccontavo all'ing. quanto mi fosse antipatica una signora unicamente in base al fatto che si vantava di "pranzare solo con un'insalata". Lo so, sono pessima, ma non potete non darmi ragione se conoscete il mio passato travagliato rapporto con il cibo.
Passato si: ci pensavo mentre pranzavo. Prima era un continuo contare le calorie e vedere quante ne perdevo in palestra per una mera sottrazione che tra l'altro non teneva conto degli altri macronutrienti. Nei periodi peggiori pur non sopportando -negli altri- le alimentazioni povere di carboidrati (per non dire assenti), mi accorgevo di preferire porzioni piccolissime di pane e pasta.

Ma è tutto un cerchio: se vado in palestra (anche se non ci vado in realtà) ho bisogno di carboidrati, proteine e grassi per far lavorare il mio corpo. Ho bisogno di alimentarlo, non di deperirlo. Altrimenti il mio sforzo, il mio aumentare settimana dopo settimana i chili di ghisa, sarà vano.
La massa magra pesa più di quella grassa, questo è uno dei primi mantra che ho imparato, quindi mangiando solo insalata, oltre a produrre una fermentazione non indifferente che il mio corpo non può buttar via, non servo di carburante il mio corpo che cala di peso. Non dimagrisce. Cala solo di peso.
Il secondo mantra che ho imparato è che dando il giusto carburante a questa complessa macchina, il mio esercizio servirà a sviluppare questa massa magra che a differenza della grassa è attiva, lavora per me e brucia. Più massa magra più brucio.


Stasera ho una cena: in altri tempi, per compensare, avrei mangiato solo verdura a pranzo. Oggi no. Ho una nuova scheda in palestra e non potevo arrivare affamata: 150gr di fiocchi di latte, 50gr di riso e 150gr di pomodoro fresco condito tutto a crudo. 

Io sono contenta di aver raggiunto anche questo step: di aver salito questo scalino dal quale spero di non scendere.
Certo è che l'ing. si sta facendo grasse risate: specialmente quando ha saputo che mi ero preparata un frullato con banana e cacao amaro o quando ho mangiato pane e fesa di tacchino come spuntino dopo l'allenamento.


In tutto ciò, ho tagliato i capelli. Corti. E mi ci vedo bene.
E dovrei smettere di dire "mi vedo bene" quantomeno per scaramanzia.






martedì 23 ottobre 2012

L'altra faccia dell'esser sani: gli americani

Nessuna disquisizione circa gli americani in palestra, circa la Michelle che ha portato avanti la famosa lotta contro l'obesità e tutti i luoghi comuni sul mangiare ogni giorno nei fast food.
Però però però: alla sottoscritta, detentrice -ancora- di una bella disoccupazione (non dell'assegno di...) capita sovente di "fissarsi" in varie perdite di tempo. 
Ora mi è venuta la fissa di instagram. Non ora in realtà, solo che ho scoperto, grazie ad un gruppo americano su facebook, che potevo usare detto programma (lo conoscete? È quello dove si pubblicano le foto e collegandoci gli hashtag funziona come twitter. Ma con le immagini.) per scambiare idee sugli allenamenti, sull'alimentazione specifica e per spronarsi un po'.
Ho iniziato seguendo la pagina di una ragazza che -vabè- "daje e daje" tra poco prenderà la certificazione per personal trainer; poi sono capitata sulla pagina di un'altra ragazza, decisamente più umana ed in carne come me, che sta seguendo un'alimentazione sana e si allena tutti i giorni.

Un colpo di fulmine con questo gruppo, tanto che quando ha indetto la sfida di un plank al giorno, mi ci sono buttata a capofitto, io che avevo fatto si e no una decina di plank in tutta la mia vita e non mi erano nemmeno piaciuti.
Ora sono al 19° giorno di plank e mi sento una bestia, o come dicono su instagram #likeabeast .


Comunque di questi gruppi ce ne sono a bizzeffe su facebook: basta riuscire ad inquadrare quelli più equilibrati. Solo che gli americani sembrano essere una spanna sopra e sto scoprendo davvero un mondo: per niente mi ritrovo davanti persone "normalissime" (dove normalissime sta per "non culturisti" o atleti) che ogni mese fanno test specifici per calcolare esattamente quanto grasso hanno in corpo e quanto muscolo hanno guadagnato. Io al massimo mi peso sulla bilancia dell'ing. e quando vedo quanta massa grassa mi calcola mi scoraggio.
Poi hanno questa fissa del mangiar sano #eatclean e si organizzano: c'è gente che si organizza i pasti per un'intera settimana in enormi freezer e coloratissime scatole per alimenti. Naturalmente ogni cosa deve essere documentata e pubblicata ed io prendo spunto per le mille ricette che son capaci di tirar fuori con cose apparentemente schifose o insapori. A mia volta pubblico le mie ricette con le tabelle nutrizionali ed i #macros e tengo nota degli allenamenti.

E poi e poi, cosa più divertente mi hanno fatto scoprire un'applicazione per l'ipad (ma penso ce ne siano anche per l'iphone e per android) che mi aiuta a bilanciare i miei cinque pasti giornalieri, soprattutto in vista del #prewo e del #postwo (prima e dopo l'allenamento) con tutti i macronutrienti al posto giusto.
È chiaro che non lavorando di tempo ne ho un po' di più, ma credetemi, a parte l'allenamento in palestra che tra tempo effettivo, doccia e asciugatura capelli mi porta via due ore, per il resto non ci vuole molto.

E la cosa migliore è che adesso mi vedo bene: mangio più di tre settimane fa (soprattutto più carboidrati e proteine), mangio meglio e con più gusto ed il peso rimane sempre lì. Ma sto mettendo qualche muscoletto che mi piace tanto e a parte quella pelle avanzata sullo stomaco che è l'unico mio cruccio (ma non tale da sottopormi alla chirurgia), mi piace specchiarmi. E mi piace anche che l'ing. mi veda bene e che ogni due per tre mi abbracci facendomi i complimenti. E mi piace che lui sia orgoglioso di me, anche se ogni tanto pensa mi stia di nuovo fissando.

E se siete curiosi andate su instagram e aggiungete m_pansy . 
Magari non di sabato o domenica.
I miei #rest day sono sacri e soprattutto le tabelle con i macronutrienti le rimando al lunedì (ovvero sul mio account potete trovare tranquillamente, in questi giorni, foto di lasagne e piatti succulenti!)

Ora attendo la #novemberchallenge sperando che si decida per una sana sfida di squat (che solo a questa maniera posso decidermi ad eseguirli!)

E basta.
E siate tutti più #healthy :D




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Note a margine

La pagina facebook di cui parlavo è https://www.facebook.com/FitChicksEat
L'app. che sto usando è Myfitnesspal www.myfitnesspal.com 
E instagram vabbè, instagram lo conoscete, no?

venerdì 5 ottobre 2012

Alla fine come fai e come non fai, se sei un genitore, sbagli sempre.

Non sono solita fare i servizi con la radio accesa o della musica in giro per caaasa. Un po' perché vivendo ad un piano rialzato, quando apro le finestre, il caos è continuo, ma forse di più perché (sembrerà strano) non ho mai usato la musica come sottofondo di qualsivoglia attività.

Questo fa sì che il cervello vada per i fatti suoi anche quando spolvero in camera da letto, cosa che non prevede un'applicazione intellettuale particolarmente gravosa. Detta in parole povere: potrei avere tranquillamente la scimmietta automatica che suona i piatti in testa (vi agevolo una foto qui) e continuare a spolverare senza far troppi danni.
Fatte queste dovute premesse il pensiero che ondeggiava allegramente tra le mie sinapsi è andato alle donne in palestra. E che barba, direte voi, sempre questa palestra!
Eh. Però, se vi va, seguitemi.


Avete mai fatto caso che nessuna donna in palestra è contenta del proprio corpo? Fosse anche una sciocchezza, non si è mai completamente contente del proprio corpo. Una cosa naturale (se non fosse per quelle che tu sei lì, con un quintale sul groppone e che, pizzicando la loro coscia inesistente dicono:"ma come devo fare? come devo fare -con tono ossessivo- a togliere questa cellulite?". Che tu le guardi e non sai se prendere un bilanciere e spaccarglielo in faccia o cosa.).
Anche io a giorni non mi piaccio: ma penso rientri nell'ordine delle cose.
Il problema serio, se di problema possiamo parlare, sono le donne mature. Per mature non intendo "avanti con l'età", ma intendo anche trentacinquenni con figli a carico. Questo è un post innocuo e nessuna trentacinquenne con figli a carico è stata maltrattata, però capirete che se faccio una riflessione del genere è perché qualcuna mi è capitata davanti.


In particolare quando suddetta madre e suddetta figlia (si, perché se hai una figliA il gioco è ancora più facile) sui 13/14 anni, o poco più, vanno insieme in palestra.
Non sono una psicologa, ma penso che qualsiasi ragazzina in piena preadolescenza, sia, anche in maniera piuttosto inconscia, orientata ad emulare la propria madre. Di conseguenza a meno di trovarsi davanti una ragazza che se ne frega altamente, se tu madre hai dei problemi irrisolti con te stessa è chiaro che anche tua figlia non starà tanto bene.

Sarà che ho l'occhio allenato (e lo dico anche con una certa presunzione che a volte mi fa sbagliare), ma se vedo una donna adulta in palestra mettersi un pantalone aderente e poi piazzarsi una simil gonnellina che ti copre giusto il sedere, beh...penso che nonostante tu sia comunque una bella donna, per te sia una tortura stare lì: fosse solo perché fai gli esercizi pensando che chiunque ti passi dietro possa pensare del tuo sedere le stesse cose che pensi tu quando ti guardi allo specchio.


Sarei schifosamente integralista nonché ridicola se dicessi cose del tipo:"se non hai risolto tutti i tuoi problemi adolescenziali, evita di fare un figlio", ma penso anche ai danni che inconsciamente possiamo fare ai nostri figli. Adottato un ragionamento del genere, la specie dovrebbe continuare a stento.

A cosa porta questo post?
Sostanzialmente a nulla. Un po' mi piace pensare che se in futuro dovessimo decidere di mettere in cantiere una creatura, visto il mio background, potrei indirizzarla a non farsi troppe fisime (sperando di non diventare assillante se vuole mangiare una merendina).
E un po' invece, cresce la paura di trasmetterle tutti gli altri problemi irrisolti.

E no, anche se mi sembra stia parlando come se lo fossi, non sono incinta!
La realtà è quella del titolo. Con buona pace di tutti i genitori.


E poi, vabbè, vi lascio una cosa che ha pubblicato Frency e che prontamente le ho copiato anche su facebook. Non mi piacciono certe "smancerie", ma insieme ai biglietti e alle lettere dell'ing., questa è una delle poche cose che mi abbia mai commosso.


" Siamo sedute a pranzo quando casualmente mi dice che lei e suo marito stanno pensando di "cominciare una famiglia".

Quello che intende è che il suo orologio biologico ha cominciato il conto alla rovescia e la sta c
ostringendo a considerare la prospettiva della maternità. "Stiamo facendo un sondaggio" dice, quasi scherzando. "Pensi che dovrei avere un bambino?"

"Ti cambierà la vita" dico con atten
zione, mantenendo un tono neutrale. "Lo so" dice.
"Niente più dormite fino a tardi il sabato, niente più vacanze improvvisate..."
Ma questo non è proprio ciò che intendo. Guardo la mia amica, cercando di decidere cosa dirle.
Voglio farle sapere ciò che non imparerà mai ai corsi preparto.
Voglio dirle che le ferite fisiche di una gravidanza guariscono, ma che diventare madre la lascerà con una ferita emotiva così profonda che la renderà per sempre vulnerabile.
Considero l'idea di avvertirla che non leggerà mai più un giornale senza chiedersi "E se si fosse trattato di mio figlio?".
Che ogni disastro aereo, ogni incendio la tormenterà.
Che quando vedrà le foto di bambini ridotti alla fame, si chiederà se possa esistere cosa peggiore del veder morire il proprio figlio.
Osservo le sue unghie laccate con cura e il suo completo alla moda e penso che non importa quanto possa essere sofisticata, diventare madre la ridurrà allo stato primitivo di un'orsa che protegge il suo cucciolo.
Che all'urlo di "Mamma!" farà cadere il soufflè o il suo cristallo più bello senza un momento di esitazione.
Sento che dovrei avvertirla che indipendentemente da quanti anni abbia investito nella sua carriera, verrà professionalmente dirottata dalla maternità. Potrebbe lasciare suo figlio alle cure di qualcuno, ma un giorno andrà ad un'importante riunione di affari e penserà al dolce odore del suo bambino.
Dovrà usare ogni grammo di disciplina per trattenersi dal correre a casa solo per assicurarsi che suo figlio stia bene.
Vorrei che sapesse che le decisioni quotidiane non saranno più semplice routine.
Che il desiderio di un bambino di cinque anni di andare nel bagno degli uomini del McDonald's piuttosto che in quello delle donne si trasformerà in un gran dilemma.
Che proprio là, nel mezzo del rumore di vassoi accatastati e delle urla dei bambini, le questioni di indipendenza e di identità di genere verranno valutate contro la prospettiva che un pedofilo possa nascondersi in bagno.
Per quanto sicura di sè possa essere in ufficio, come madre tirerà sempre a indovinare.
Nel vedere la mia amica così attraente, vorrei assicurarle che alla fine butterà giù i chili della gravidanza, ma che non si sentirà mai più la stessa. Che la sua vita, ora così importante, avrà minore valore ai suoi occhi quando avrà un figlio. Che la darebbe in un istante per salvare la sua prole, ma che comincerà anche a sperare di poter vivere più anni, non per realizzare i propri sogni, ma per vedere suo figlio realizzare i suoi.
Desidero farle sapere che la cicatrice di un cesareo o una smagliatura lucida diventeranno distintivi d'onore. La relazione con suo marito cambierà, ma non come pensa. Vorrei che potesse capire quanto di più si possa amare un uomo che cosparge di talco un bambino con tanta cura o che non esita mai a giocare con suo figlio o sua figlia.
Vorrei che sapesse che si innamorerà di nuovo di suo marito per motivi che ora troverebbe tutt'altro che romantici.
Vorrei che la mia amica potesse percepire il legame che sentirà con tutte le donne che attraverso la storia hanno tentato disperatamente di metter fine alla guerra, ai pregiudizi e alla guida in stato di ebrezza.
Spero che capirà come io possa pensare razionalmente alla maggior parte delle cose, ma possa perdere temporaneamente la ragione quando discuto della minaccia della guerra nucleare nel futuro dei miei figli.
Vorrei descriverle l'euforia nel vedere tuo figlio imparare a colpire una palla da baseball.
Vorrei immortalare per lei la grassa risata di un bambino che tocca per la prima volta il soffice pelo di un cane.
Voglio che provi la felicità così reale che fa male. Lo sguardo interrogativo della mia amica mi fa realizzare che mi sono venute le lacrime agli occhi.
"Non te ne pentirai mai", dico alla fine. Poi allungo la mano sul tavolo verso la sua, gliela stringo e prego per lei e per me e per tutte le altri semplici donne mortali che nel loro cammino inciampano nella più santa delle chiamate."

mercoledì 3 ottobre 2012

La palestra del cibo

La palestra del cibo. Titola così la brochure che illustra gli appuntamenti dei corsi amatoriali e professionali di cucina che si svolgono in questa scuola vicino caaasa.
Forse do troppa importanza a cose del genere, ma questa intestazione mi piace: ci si allena a mangiare bene, che sia ipocalorico o meno. Ci si allena a sentire i gusti e a pensarli insieme. E qualche volta si creano anche schifezze, ma insomma, fa parte della palestra. Vorrai mica andare per la prima volta in sala e sollevare cinquanta chili?

E così, lunedì 24 settembre, sono andata al primo appuntamento. Solita ansia, solita giornata che sembra non passare mai e poi ti ritrovi che non sei pronta che all'ultimo momento.
Naturalmente all'inizio avevo le mani che tremavano: un bel problema se contate che l'argomento era "La cucina di base ed i tagli delle verdure". Per cucina di base si intendevano anche i fondi ed i brodi e capirete che per fare un brodo vegetale bisogna tagliare tante verdure. Con coltelli affilatissimi in una cucina professionale.
Ohhhh, una cucina professionale. Ma voi ne avete mai vista una? Ecco, magari si. Io no. Per me era la prima volta e dall'entrata (si, quella con le porte a saloon) fino a quando ho abbracciato con lo sguardo tutta la sala, ho avuto il cuore che saltellava ed un sorriso stampato in faccia.
Mio-Dio! Una cucina professionale.


Lo chef ci ha subito messo a nostro agio, è un tipo simpatico oltre che un ragazzo di pochi anni più grande di me. Ho passato la serata a tagliare verdure, girare fondi, fare brodi di tutti i tipi, salse e ascoltare e guardare. Una lezione interamente pratica. E alla fine, grazie alla maestria del cuoco (e dei suoi due assistenti) abbiamo creato insieme una cena di sette portate. In quattro ore. Anzi, tre e mezzo, perché l'ultima mezz'ora l'abbiamo passata a mangiare tutto quello che era stato preparato. È chiaro che noi allievi ci abbiamo messo la "manovalanza" e che la bontà del tutto sia da attribuire a chi conduceva il corso. Ma è stato bello. Bello, bello, bello.

E poi ero troppo fashion con uno dei due grembiuli che mi ha regalato l'ing. per l'occasione!!! (ho indossato quello  multicolor!)






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