mercoledì 21 gennaio 2015

Mr & Mrs!


Siamo tornati. In realtà una settimana fa. C'è stato da riprendere la vita di sempre e soprattutto i menù di sempre.
Si si, proprio menù visto che tra matrimonio, un paio di giorni in famiglia a Natale, il cibo ammmmericano e l'all inclusive messicano, abbiamo i vestiti che non ci stanno esattamente come un mese fa.
Un mese fa: me l'ha fatto notare oggi un compagno di allenamento. Non avrei sbagliato di molto in realtà, pronta a festeggiare domani 22 gennaio, ma contando i 31 di dicembre...

E così sono volati questi giorni, ancora più è volato quel giorno. Il giorno prima: l'ansia, l'agitazione, il nostro anniversario, le ultime cose da fare, fedi da ritirare, anello di fidanzamento dimenticato dal gioielliere, polli arrosto mangiati con mother sister e testimone (santo subito) e poi il 22.

Un'ora di sonno per me, sul divano. La scrittura a mano sul libretto dei "Ti ho scelto perché..." che avremmo letto l'indomani, il whatsapp all'ing. alle tre "ma l'anello non l'hai ritirato insieme alle fedi?", la sveglia spenta prima che suonasse alle cinque, il caffè e la doccia: fatta con tutta calma. L'arrivo della truccatrice, le chiacchiere e la tranquillità mentre "le altre" si agitavano con moderazione. Quindi la parrucchiera che divertita mi dice:"Sisi, tu stai serena adesso. Quando arriverà il fotografo non si capirà nulla".
E menomale che i fotografi sono amici. Perché, come profetizzato, non si è capito nulla. O almeno, io non ho capito più nulla e mi sono fatta guidare. E nemmeno avessi preso una boccetta di valium, continuavo a fare le cose senza scompormi minimamente.

Mi sono scomposta, appena appena, solo quando, a cento metri dal Teatro dove avremmo svolto il rito, in perfetto orario, arriva una telefonata sul cellulare di mio padre: sorella, madre, cognato e testimone si sono persi. Io lo dovevo sapere. Ma appena appena eh. Anche perché con loro ad ipotetici quaranta minuti di macchina da noi, poco potevo fare.
Alla fine, tra chiamate dell'autista (altro amico santo subito!) allo sposo e all'amico che aveva la delega per officiare il matrimonio, tra qualche risata forzata e qualche esercizio di respirazione, è passata mezz'ora ed ho potuto fare il mio ingresso in sala.

Solo che lì non ce l'ho fatta: sono stata sul punto di versare caldi lacrimoni non appena l'amica flautista ha iniziato a suonare Gabriel's Oboe ed il tremore mi ha accompagnata per buona parte del rito.
A mia discolpa posso dire che anche la voce dell'ing. non era esattamente ferma.
Però abbiamo riso ed abbiamo fatto ridere.

Per il resto è stato tutto esattamente come desideravamo: siamo stati bene, siamo stati degli sposi che hanno mangiato e hanno bevuto (mi hanno detto che la sposa beve per finta, che roba!), hanno scherzato e fumato e ribevuto e rimangiato con i propri invitati.

In questo piccolo racconto c'è una parola che ho ripetuto spesso: amici.
Eravamo in pochi, eravamo cinquanta circa: per scelta abbiamo stretto di molto il giro parentale, il resto, tutti amici.
E li abbiamo coinvolti: il mio testimone è il mio amico storico, quello che affettuosamente ho sempre chiamato "marito" e che ha dovuto mediare le mie ansie. 
L'autista invece è della cerchia di amici dell'ing. che poi ho avuto modo di conoscere anche io trasferendomi: è un ragazzo apprensivo eppure per noi quella mattina alle 7 ha portato una macchina nuova (non sua) a lavare, poi è passato dal gioielliere per prendere l'anello che avevamo dimenticato ed è venuto a caaaasa. In più si è trovato a dover rimanere tranquillo mentre tutti si agitavano per i desaparecidos!
Il celebrante è un altro amico che il giorno prima aveva provato con noi la scaletta del rito e che ci ha prestato una macchina presa solo un mese prima. Con lui la moglie, che ha letto dei brani e che si è trovata a sistemare il foyer per il nostro brindisi stesso quella mattina!!!
La flautista è amica da anni e anni: pensare che quando io avevo 16 anni e lei pochi in meno, non ci potevamo vedere. Con lei ho lavorato in giro con le orchestre ed ho dato esami anche importanti.
Il barman che ha preparato il brindisi nel foyer è il NOSTRO barman. All'inizio solo dell'ing., ma da tre anni a questa parte direi che è anche il mio!
I fotografi: beh qui c'è una storia di amicizia non indifferente. Io l'ho conosciuta cinque, sei anni fa, ma quanto affetto! E poi c'è lui che io non conosco bene, ma che per amicizia dell'amicizia si è offerto e praticamente ha lavorato un'intera giornata dietro due riottosi dell'obiettivo.

E gli amici che non erano fisicamente con noi: quanti biglietti, quanti messaggi...

E poi i parenti: perché pochi, ma ottimi.
(il sushi, hanno mangiato il sushi!!!)

Ora continuiamo a guardarci le foto di questo matrimonio già con quella saudade che lo sapevamo, ci avrebbe preso al ritorno. Banalmente conformi ci ritroviamo a pensare che forse quel nervosismo da preparativi, quei preparativi stessi, quei giorni pieni che sembravano non dover finire mai ed il nostro 22 dicembre non arrivare più, non erano poi così male.

Conservo un ricordo stupendo di tutto quello che è stato e l'unica paura che ho in questo momento è di dimenticare tutte le emozioni vissute. Ma l'unico uomo che ho mai desiderato sposare mi è accanto e sono certa che solo insieme riusciremo a tenere vivo il ricordo di tutto questo.








No, se vi state per sposare sappiate che non è tutto rose e fiori: l'organizzazione metterà a dura prova la vostra pazienza. Nelle settimane precedenti avrete a che fare con fornitori che non vi danno troppo affidamento (ma alla fine andrà tutto bene), fornitori che invece vi danno affidamento, ma che giustamente vorrebbero anche sapere il numero esatto degli invitati, fai da te improvvisati e cerimonie idem ed invitati che ancora oggi, 21 gennaio, non sai se verranno o meno al tuo matrimonio o se l'invito è arrivato (ma poi alla fine...ah, no, il matrimonio è già passato!).
 Gli imprevisti quel giorno saranno dietro l'angolo, voi sarete più vulnerabili e qualsiasi cosa vi sembrerà irrimediabile. Non è così: quel giorno, nonostante qualche piccolo zampino del fato, nulla vi scalfirà. Non almeno eccessivamente.
Noi siamo stati fortunati ed amati.

Per tutto il resto...c'è stato il viaggio di nozze!










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